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Chi sono

Claudia d’Angelo, nata a Roma il 25 giugno 1977, non avrebbe mai voluto lavorare. Terrorizzava spesso i genitori con queste affermazioni imperative quando nel suo periodo adolescenziale, magari a tavola, si parlava di progetti e di futuro. Claudia lo diceva ed era seria. Quello che non le piaceva della faccenda era l’essere costretta tutta la vita ad alzarsi alle sette, a fare ogni giorno la stessa cosa, a diventare come dei suoi amici che alle nove di sera erano da buttare e si lamentavano sempre di quanto fossero stanchi. Era la prima a essere preoccupata per questa insidacabile scelta interiore, perché comunque si diceva che prima o poi si sarebbe dovuta procacciare cibo e alcol da sola, e di certo non era nata dentro la famiglia Onasiss… Doveva trovare una soluzione. Tergiversando sulla problematica si iscrive all’università, alla facoltà di Lettere e Filosofia, con indirizzo demo- etno- antropologico,anche per approfondire quella sete dell’umano che era l’unica cosa chiara nella sua vita. È attratta da barboni, prostitute, artisti di strada,disadattati. È appassionata di reggae e sposa la causa degli africani rastafariani e il loro ritorno in patria, nella madre Africa. Al contrario dell’esperienza scolastica all’università riesce con successo, forse perché non è costretta a svegliarsi di mattina, esperienza che da sempre e per tutta la vita considera drammatica e insostenibile. Forse perché l’ambiente le è più congeniale e quello che studia le interessa. Studiare le piaceva ma sapeva che quella laurea non solo non l’avrebbe portata in Nuova Guinea, ma nemmeno nel quartiere accanto al suo, né da nessuna altra parte. Fatto sta che a 26 anni si piazza una bella lode su un foglio di carta, oggi orgogliosamente affisso, in cornice finta dorata, sulla più luminosa parete del suo bagno.

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Foto di Vanessa D'Orazi

Nel 1998, in piena crisi fricchettona, incontra per strada un uomo in monociclo, pedala di spalle ma lei è già perdutamente innamorata. Lo ferma, cominciano a chiacchierare e lui le dice che avrebbe iniziato un corso di Clown. La cosa la fa sorridere e per provare, e soprattutto per provarci, si iscrive pure lei. Con quel tipo non successe mai nulla ma l’esperienza del lavoro sul clown è destinata a cambiare per sempre la sua vita. In questa maschera, nella sua tragedia, nella sua potenza, follia, ingenuità e purezza ritrova i suoi amati barboni, le prostitute che giocano con l’amore, i pazzi che sono dappertutto in questo mondo, persino gli africani rivoluzionari ci trova. Ora comprende che esiste una dimensione in cui le sue stranezze, i suoi eccessi e le sue nevrosi trovano una perfetta collocazione. Torna a casa raggiante, proclama ufficialmente alla famiglia che ha capito che cosa vuole fare da grande: il clown!!! La madre scappa in bagno a versare amare lacrime, il padre si chiude in un silenzio rigoroso per due settimane. Qui inizia l’ amore per il clown, al quale dedicherà anche la sua tesi di laurea con una ricerca intitolata: “ La maschera più piccola del mondo”, intendendo il naso rosso che trasforma un comune mortale al rango di buffone. (mettere estratti della mia tesi) Parallelamente a tali esperienze, nei sordidi meandri della sua affollata stanzetta, Claudia scrive. Di notte principalmente, quando anche l’ultimo componente della sua numerosa famiglia disordinata va a dormire. Scrive patetiche lagne su amori disgraziati, incomprensioni umane, nostalgie ataviche. Scrivere come fosse una culla, una zona franca, un luogo sicuro e segreto. Ricorda il suo primo diario, ricorda il primo segreto di bambina, che anche se ingenuo, semplice e piccolo è bene che rimanga tale. Da quando ha sei anni una volta finito un quaderno ne compra un altro, e ora tutta quella carta, che rileggendola pare sempre la medesima piccola storia che si ripete a circolo, è gelosamente conservata in una grande valigia sotto il letto. Tutta la sua storia è raccontata, quando questa bizzarra donna non sarà più su questo mondo, e qualcuno decidesse di dare a tutta quella calligrafia sepolta l’opportunità di diventare letteratura, mi raccomando, che guardi sotto il letto! (e per quanto possa sembrare un’immagine banale è proprio lì che stanno,

nuova foto di copertina di Gabriele de Marco.jpg

A vent’anni timidamente fa leggere qualcosa a Francesca, sua amica di sempre, che apprezza ciò che legge e decide di promuovere l’iniziativa “Il salvadanaio della letteratura pigra” che consisteva nel mandare a tutti gli amici della scrittrice una lettera (erano altri tempi) dove si chiedeva un’offerta per la creazione del suo primo libro. La richiesta viene accolta e una volta recapitati per posta i primi denari, Claudia capisce che non può sottrarsi al suo destino. Quindi nel 2001 esce autoprodotto “Letteratura Pigra”, primo e unico libro di Claudia D’Angelo, non per scarsezza di materiale quanto perché ci vorrebbe un’altra colletta per creare il secondo. Da principio lo vende nei locali, sgomitando tra venditori di rose, accendini e elefanti di legno, conquistando così, faticosamente, pochi ma sinceri ammiratori. L’università è finita e lo spettro del lavoro comincia a conquistare ossa. Si iscrive a un corso di teatro, una piccola scuola di solo un giorno a settimana ma l’insegnante è brava e ha una compagnia di teatro per ragazzi. In quel periodo Tiziana Lucattini, (mettere link di ti tiziana e di ruota libera) questo il suo nome, stava pensando di creare uno spettacolo dove ci fossero un clown donna e una bambina che non rideva. Nota in Claudia la passione per questa maschera e una spiccata vocazione al cazzeggio, così, nel 2004, la ingaggia come coprotagonista dello spettacolo chiamato per l’appunto: “Il clown e la bambina” che sarà messo in scena fino al 2008, includendo date anche in Germania, Corsica e Francia. Una volta tornata a Roma, tra il suo girovagare col libro in mano approda per caso o per destino a “Lettere Caffè”, un caffè letterario nel polmone destro di Trastevere, famoso per le sue innumerevoli iniziative artistiche. Qui si svolge anche una gara di poesia alla quale la donna, per timidezza, si era sempre rifiutata di partecipare. Ma la sorte ha senso d’umorismo e si da il caso che proprio in quel periodo, nel marzo 2005, per idiosincrasie col presentatore , la serata viene sospesa. Enza Li Gioi, scrittrice e proprietaria del locale, ci vede lungo e propone a Claudia, della quale apprezzava i versi e la verve comunicativa, la conduzione della serata. Essa, terrorizzata dentro e spavalda fuori, accetta con sufficienza. Il suo modo di presentare sarà sensuale, brillante, cinico e soprattutto divertente. La gente ride, si sganascia ma ascolta pure poesia, anche e con piacere quella della presentatrice stessa, che inizia e chiude la serata con dei propri versi, ogni volta diversi, o quasi. Lo spettacolo vede crescere il pubblico di lunedì in lunedì, nonostante il giorno infausto e orari di inizio decisamente mondani. Tanto che attualmente è la serata di poesie sicuramente più apprezzata nella capitale, e vede ogni anno centinaia di poeti che si incontrano, si scambiano poesie, collaborano tra di loro. Naturalmente si scannano anche, si criticano e ogni tanto si insultano, ma alla fine sono sempre lì, ogni lunedì sera., perché,fino al 2017, il Poetry Slam andava in scena, a parte ad agosto, per i tutti i lunedì dell’anno. Attualmente si fa il primo, il terzo e il quinto lunedì del mese.

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Claudia D’angelo è grata a tutti loro. In questi anni però ha presentato diverse manifestazioni anche fuori i confini di Trastevere, per citarne alcune, Scarburo; storie di grotta, presso Casola, Bio con Brio, nell’ l’azienda agricola biologica : “Agricoltura Nuova” , il Gran Galà di Giocoleria nel centro sociale di Roma “Ex Snia Viscosa” , e un poetry slam estivo ospite all’interno della manifestazione Jazz di Villa Celimontana . Nel 2007 incontra la regista e attrice Rosa Masciopinto, insegnante alla scuole d’arte drammatica Silvio D’amico e famosa per la fortunata “Opera comique”, duo comico assieme a Giovanna Mori. (Link di Rosa Masciopinto e estratti miei di da dove vengono i clown) Con lei farà prima uno stage di Clown e dopo, nel 2007, lo spettacolo “Io dea, ovvero ESSA” , sette clownesse e una diretto ressa di circo, che trattano l’universo Donna con i suoi paradossi e le sue problematiche come solo i clown possono fare.

È il 2009 e un nuovo incontro segna un ennesimo passo nella sua esperienza lavorativa. Per i soliti incomprensibili intrecci del karma che ci governano, la poetessa entra in contatto con una boutique erotica femminile, Zou Zou, sensual entertainment, una sorta di intima alcova tra Campo de’ Fiori e Piazza Navona Qui una volta al mese organizzano degli incontri per sole donne, con un tema erotico differente ogni volta. Chiamano Claudia perché cercavano una scrittrice che facesse una piccola copertina per i vari argomenti delle serate. Decidono che partirà con una sua poesia d’amore per poi introdurre il tema erotico con ironia e un po’ di pepe. Anche qui l’impatto col pubblico è immediato e prorompente, le donne la adorano e molte decidono di venire a ogni appuntamento solo per assistere alla sua performance, così almeno la D’angelo giura essersi sentita dire.

Claudia scrive monologhi comici su temi come le perversioni sessuali femminili, il sesso l’amore e le stelle, i film pornografici femminili, la comunicazione tra uomo e donna. In più crea due personaggi:

una è Coscia, una santona psicopatica che parla con uno spirito guida che proviene da un’altra galassia e ha la forma di una banana. Concederà pochi minuti della sua preziosa esistenza per insegnare ai fortunati astanti l’importanza dell’orgasmo nell’equilibrio psico fisico di un individuo. L’altro personaggio invece è Procida Lombardi, la più grande artista e docente di burlesque di tutto il mondo, con la quale si cimenterà anche in due irresistibili spogliarelli, tra il surreale, il femminile, il poetico e naturalmente, anche il clownesco. (da questo personaggio nascerà, nel 2012 lo spettacolo “lezioni di bourlesque” dove Procida Lombardi divventa Madame Clochard e affiancata dalla bellissima Vivì La Gloire, performer e cantante dallo stile elegante e poetico, perbuno spettacolo tra il bourlesque e la parodia dello stesso.)

Nei testi che Claudia D’angelo mette in scena da Zou Zou si vede per la prima volta la crasi tra il suo mondo poetico e quello invece comico, mondi che spesso aveva tenuto, nella sua vita, nel suo cuore e sul palcoscenico, sempre rigorosamente separati. Così si passa continuamente tra momenti molto alti per precipitare in picchiata subito dopo verso la dissacrazione totale degli stessi.

Ci si augura che presto l’artista si decida a esportare i suoi pezzi anche negli spazi più ampi di un teatro o in qualsiasi altro luogo disposto a ospitarla. Il prossimo appuntamento da Zou Zou, sarà per il 16 aprile Nel 2010 presso la sala uno a San Giovanni, oggi ribattezzata Teatro basilica, andrà in scena in “7 sogni”, per la regia di Alessandro Fea, dove Claudia interpreterà Emma, prostituta e ragazza madre. Quando telefonerà entusiasta ai genitori, per dare la bella notizia di aver ottenuto la parte, spiegando loro quale sia il suo ruolo nella commedia, il padre, con tono ormai completamente rassegnato pronuncerà solo queste tre semplici piccole parole: E te pareva…

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